Linfociti alti: cause, sintomi, quali sono i valori normali

 

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Prima di spiegare cosa significa riscontrare nelle analisi del sangue i linfociti alti (linfocitosi), vediamo che cosa sono innanzitutto i linfociti. Ebbene, si tratta di cellule appartenenti al gruppo dei globuli bianchi (i leucociti).

Che ruolo svolgono? hanno il grande compito di contribuire in maniera rilevante alla difesa da aggressioni esterne di cui il sistema immunitario è il protagonista.

 

 

Tipologie di linfociti

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Sulla base del contenuto in granuli, i linfociti si dividono in:

  1. Granulociti, che appunto contengono granuli;

  2. Monociti, che non contengono granuli.

 

In base al tessuto linfatico in cui maturano (linfonodi, milza e timo, midollo osseo, parete intestinale), distinguiamo i linfociti:

  1. B, presenti nel midollo osseo o nel fegato, che producono immunoglobuline (anticorpi prevalentemente di tipo IgG e IgM) essenziali nella risposta bioumorale;

  2. T, presenti nel timo, plasmacellule che derivano dalla maturazione finale dei linfociti B. I linfociti T (da timo) sono hanno un ruolo principale nell’immunità cellulo/mediata che, a seconda del livello di istocompatibilità (MHC) del loro antigene, si divideranno in seguito in CD8 linfociti T citotossici (classe I) e CD4 linfociti T Helper (classe II);

  3. Cellule (o linfociti) NK, acronimo di Natural Killer, le cellule più grandi.

 

I valori normali dei linfonodi nel sangue

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Le oscillazioni dei valori nel sangue che mostrano linfociti altissimi sono un campanello importante per sospette patologie proprio per il ruolo che queste cellule svolgono all’interno delle difese immunitarie.

Per combattere germi ed agenti estranei all’organismo, questi anticorpi producono sostanze che possono immunizzare il corpo da alcune patologie.

Un rapido aumento di linfociti nel sangue può essere il sintomo di un processo patologico. Per capire se abbiamo i linfociti alti bisogna, ovviamente, sapere quali sono i valori normali.

 

Eccoli:

  • 1.5 – 3.5 x 109/I

 

Tra un laboratorio di analisi e l’altro, gli intervalli di riferimento possono subire una lieve modifica ma tenete presente che, di solito, una quantità normale di linfociti è compresa tra il 20% ed il 40% dei leucociti.

Una concentrazione maggiore dei 4.000 linfociti per microlitro può far sospettare un’infezione virale come la mononucleosi che causa l’ingrossamento dei linfonodi.

Dovrete considerare alcune condizioni che possono creare un falso allarme nei valori riscontrati come lo stress, l’assunzione di farmaci immunosoppressivi o cortisonici. In questi casi, bisognerà ripetere gli esami a distanza di tempo.

 

 

Cause dei linfociti alti

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Sono numerose e molto diverse tra loro le cause che portano all’aumento del numero dei linfociti nel sangue:

  • Infezioni virali che possono essere acute (come quelle da Epstein Barr, virus responsabile della mononucleosi, oppure banale influenza o raffreddore, citomegalovirus, rosolia, parotite, virus Ebola) o croniche (virus epatite B e C, herpes virus, HIV);

  • Infezioni batteriche causate da batteri (come la chlamydia pneumoniae o la Brucellosi);

  • Tumori del sangue (leucemie, linfomi ad espressione leucemica, sindromi mieloproliferative);

  • Neoplasie solide, tumori che rilasciano citochine e producono un numero maggiore di leucociti (specie linfociti);

  • Infezioni da micobatteri (tubercolosi);

  • Infezioni da miceti (causate da funghi);

  • Disidratazione che provoca un aumento della concentrazione di cellule e sostanze nel sangue (tra cui, ematocrito aumentato, emoglobina alta, leucocitosi, creatinina alta, ecc.);

  • Infezioni da parassiti (come la Toxoplasmosi o quelle intestinali da Toxocara o Tenia Solium);

  • Farmaci responsabili dell’aumento di leucociti come epanina, minociclina, farmaci antiepilettici;

  • Patologie autoimmuni, come le malattie reumatologiche o quelle che colpiscono il sistema immunitario (artrite reumatoide, ipertiroidismo autoimmune, lupus eritematoso sistemico, vasculite);

  • Traumi, stress e dolore severo;

  • Pertosse;

  • Malattie infiammatorie croniche intestinali (morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa);

  • Splenectomia (assenza di milza, che può essere congenita o derivante da rimozione chirurgica);

  • Parto prematuro a causa del quale il neonato può rischiare la sindrome leucemoide caratterizzata da un aumento di leucociti responsabile di una sorta di simulazione di leucemia.

 

Linfociti alti: i sintomi

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In caso di linfocitosi (linfociti alti o altissimi), i sintomi devono essere associati alla malattia responsabile dell’alterazione bioumorale.

Ecco, di seguito, un elenco dettagliato di tutti i sintomi legati ai linfociti alti:

  • Stanchezza, debolezza, affaticamento;

  • Dimagrimento;

  • Dolori ossei;

  • Dolore addominale;

  • Febbre;

  • Fegato ingrossato;

  • Mal di testa;

  • Pallore della pelle, unghie e labbra;

  • Insufficienza renale (creatinina alta);

  • Frequenti episodi di sanguinamento (dal naso, dalle gengive);

  • Sintomi di infezione: mal di gola, bruciore all’atto dell’urinare, dolori articolari, tosse.

 

Linfociti alti, quando consultare il medico

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Può succedere che la presenza di linfociti alti sia asintomatica e spetterà al medico indagare sull’origine del disordine.

Generalmente quando il paziente ha uno o più sintomi elencati in alto che perdurano nel tempo, necessita di un check up completo da parte di un medico specializzato che prescriverà esami specifici di laboratorio per accertarne la causa (tra cui l'esame del sangue). Il numero dei linfociti, se normale, alto o altissimo, certamente aiuterà il dottore nel fornire una diagnosi accurata. Ricordiamo che una diagnosi precisa ed accurata da parte del medico in questo caso è fondamentale in quanto non si deve scherzare con i linfociti alti ed i linfonodi (nel caso contrario parliamo di malasanità), anche se bisogna precisare che le cause dell'ingrossamento dei linfonodi nella maggioranza dei casi è dovuto a problemi e patologie curabili facilmente.